“Shikata ga nai” (il potere di lasciar andare le cose che non possiamo controllare) | di Giorgia Bettaccini
Quel giorno lasciai andare e niente fu più come prima.
Lasciai andare i giudizi, i pregiudizi , la paura, i retaggi culturali, le convinzioni, le prese di posizione…. lasciai andare le vecchie idee, gli schemi mentali, in poche parole lasciai andare la vecchia me.
La salutai come si saluta una persona cara che ci sta lasciando…indugiando, con dolore, con fatica.
E piansi… piansi molto.
Lasciai andare quell’idea di me stessa che rispondeva alle aspettative degli altri e li delusi.
Lasciai andare l’immagine di me che non riuscivo più a guardare nello specchio.
Lasciai andare la me che credevo di essere e iniziai a cercare dentro di me.
Iniziai a deludermi molte volte prima di riconoscermi e tante altre ancora prima di ritrovarmi ed abbracciarmi.
Mi lasciai andare con fatica, cercando di tenere di me quelle cose che credevo di poter salvare.
Lasciai andare la ricerca della perfezione ed accolsi la mia sana imperfezione.
Allontanai l’idea di poter avere tutto sotto controllo e imparai a lasciar scorrere, fluire.
Lasciai andare anche il confronto con gli altri perché ognuno di noi è unico e irripetibile.
Provai a guardare le cose e le situazioni da un’altra prospettiva, una visuale diversa che mi fece scoprire che non è tutto come sembra.
Imparai a non guardare solo l’ apparenza perché spesso era riuscita a rendermi cieca e non farmi vedere la realtà.
E imparai a non ascoltare solo le parole e le promesse perché mi rendevano sorda e non mi facevano sentire la verità.
Lasciai andare l’idea di amore che avevo e che non mi apparteneva più.
Mi resi conto che stare sotto lo stesso tetto non significava amare e che essere sposati non dava la certezza di amare ed essere amati.
Che aver detto di Sì un giorno, aver promesso davanti a tutti non significava molto se non era possibile continuare a dirsi di Sì, a dimostrarsi amore tutti i giorni, un giorno dopo l’altro.
E mi resi conto che non è amore quello che ti fa soffrire, l’amore non ti fa male.
Che non è amore quello che invece di costruire insieme a te distrugge, ti distrugge e distrugge tutto intorno a te.
E che non è amore quello che ti trasforma nella versione peggiore di te, tanto da non riconoscerti più, non sentirti più.
Lasciai andare il concetto di famiglia come lo conoscevo, come pensavo che fosse e mi accorsi che non esisteva solo quell’idea, solo quel concetto, ma capii che la parola famiglia aveva tanti altri significati, molte sfaccettature e molti colori.
Famiglia è dove puoi sempre tornare e dove il cuore trova casa.
E, quindi, lasciai andare l’idea di casa che avevo, perché puoi avere una casa bellissima, ma se lì, non vorresti mai tornare e se quando apri quella porta ti senti morire, allora quella non è casa.
Se lì respiri un’ aria pesante, se la notte hai gli incubi e non ti senti più accolto e nemmeno protetto da quelle mura e nemmeno da chi la abita, quella non è casa.
Casa è dove sei felice e dove si trova il tuo cuore.
Lasciai andare le persone che non erano disposte e anche quelle che non erano pronte ad amarmi.
Lasciai andare l’idea che prima o poi sarebbero cambiate. Non lo avrebbero fatto. Non per me.
Chi cambia lo fa solo per se stesso, non per gli altri.
E io decisi di cambiare per me stessa.
Lasciai andare chi non era pronto per accompagnarmi nella mia vita, chi non amava la mia energia e chi non capiva le sfumature dei miei colori.
Smisi di esserci per chi non c’era e smisi di elemosinare attenzione da chi attenzioni per me non ne aveva.
Smisi di amare qualcuno che non mi amava e quello che pensavo che ci fosse tra di noi si sciolse come neve al sole.
E finalmente iniziai ad amare me stessa.
Poi imparai ad amare solo chi mi amava in modo evidente, chiaro, limpido e me lo dimostrava con attenzione e con rispetto.
Imparai a dare affetto solo a chi ne dava a me, spontaneamente.
Iniziai a cercare solo chi mi cercava e a parlare solo a chi mi ascoltava veramente.
Lasciai andare ed imparai ad ascoltarmi e ad ascoltare le mie emozioni.
Iniziai a cambiare io e tutto intorno a me cambiò.
Giorgia Bettaccini
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Immagine di copertina:
“Shikata ga nai” (il potere di lasciar andare le cose che non possiamo controllare) foto di Giorgia Bettaccini
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